Hannah Arendt : la forza di un pensiero e di un amore controverso

Care amiche oggi vi voglio scrivere di Hannah Arendt, grande filosofa nata nel 1906 e morta nel 1975. Nata in Germania dove completò gli studi in filosofia  presso l'università di Marburgo, ebbe la fortuna e la disgrazia (dico io) di essere una studentessa di Martin Heidegger padre dell'Esistenzialismo, grande pensatore con un unico problema: non aver mai abiurato il nazismo, all'epoca, imperante.  Perchè sfortuna, mi chiederete: perchè se ne innamorò perdutamente e visse una relazione che durò a periodi alterni fino alla sua morte. Vi immaginate il dramma affettivo di questa donna di origine ebraica, che subì ovviamente tutte le persecuzioni naziste fino a scappare prima a Parigi, poi in America con il marito, poeta e filosofo, Heinrich Blucher ! Scrisse molti saggi sul totalitarismo (staliniano, nazista, maoista ecc.). Il suo libro più conosciuto infatti è "Le origini del totalitarismo", poi ce ne sono molti altri interessanti come "Vita Activa La condizione umana" ecc.ecc. Rifiutò sempre di essere considerata una "filosofa", bensì si considerava una intellettuale e pensatrice politica. Vi consiglio di leggere "La vita della mente" uscito postumo nel 1978 dove aspira ad un pensiero libero e costruttivo dell'individuo scevro da condizionamenti esterni ideologici.
Vi ho riassunto pochi punti poichè di Hannah Arendt si potrebbero scrivere pagine e pagine intere sulla sua lucidità di osservazione, di pensiero e di grande filosofia, ma quello su cui mi voglio soffermare e chiedervi pure un'opinione è:
come è possibile che una persona come lei di grande capacità intellettiva sia sempre e comunque rimasta legata ad un uomo che evitò di assumere, presso la sua università, dove era Rettore, insegnanti ebrei, che rifiutò una cattedra al grande filosofo Karl Jasper(ebreo), suo grande amico, facendolo addirittura piangere per l'amarezza, (l'ho letto da qualche parte). Filosoficamente parlando, ritengo Martin Heidegger un grande filosofo, anzi per quanto mi riguarda, credo sia il più importante del secolo scorso, di cui ho enorme considerazione, culturalmente parlando; ma quello che mi chiedo è: quanto dolore, quanta conflittualità interiore debba avere avuto questa donna per poterlo amare e difenderlo pure, quando venne processato come simpatizzante del nazismo, lei che visse le persecuzioni, che aiutò a Parigi molti esuli ebrei scappati dalla Germania, che dovette scappare anche dalla Francia per evitare di essere internata in qualche campo di concentramento. Questo mi fa pensare all'animo umano, quanto siamo imperscrutabili, quanta comprensione dovremmo avere con noi stesse e con i nostri simili. A volte ci lasciamo andare a delle opinioni affrettate (non dico giudizi, poichè sono contraria al fatto che si possano esprimere giudizi categorici, in fondo siamo tutti fallibili in certe situazioni della nostra vita), talvolta i nostri sentimenti trovano strade sconosciute nell'altro che soltanto noi vediamo e che ci permette di amarlo; spero per la Arendt sia successo così, poichè se così non fosse avrebbe vissuto una vita affettiva frustrata oltre che dall'incoerenza del suo credo (lei ebrea perseguitata, lui tedesco germanico) anche da una sorta di prigionia affettiva nei confronti di Heidegger. Comunque io provo grande ammirazione: è stata forte come donna anche nel portare un fardello affettivo così impegnativo.
Ora vi chiedo: come pensiate sia possibile amare un uomo che contravviene a, non dico  tutti ma quasi, i vostri canoni esistenziali? Voi lo potreste fare? Che ne pensate in merito?
Ultimo consiglio se mi permettete: leggete "Hannah Arendt Martin Heidegger Storia di un amore" di Antonia Grunenberg edito dalla Longanesi.
Oggi vi voglio indicare due temi musicali opposti: "Il lago dei cigni" di Chaikowsky e "Missouri Sky" di Charlie Haden & Pat Metheny (quest'ultima è musica jazz), la scelta dipenderà dal vostro umore.
Ciao a presto, aspetto delle vostre opinioni!

1 commento:

  1. Penso in merito che se fossi stata io la Arendt, lo avrei mandato a quel paese.
    Ma come ben sappiamo le donne si sono sempre sacrificate per gli uomini, e per chi ancora non avesse detto basta che cominci a pensarci ora, perchè è ora di finirla di farci impietosire da questi uomini di "razza".
    E' ora di dire basta anche all'atto sessuale come forma di ricatto affettivo, ecco, forse lì la Arendt è stata debole.
    Baci

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